L’agenzia di rating Fitch – una delle tre principali agenzie di rating di riferimento al mondo insieme a Standard & Poor’s e Moody’s – ha affermato in una nota di aver conferma il rating attribuito alla compagnia tlc italiana Telecom Italia, portandolo a BBB, e ribadendo un outlook negativo per il futuro. A pesare è l’evoluzione possibile della società, e i suoi collegamenti con un mercato – quello italiano – evidentemente in fase di deterioramento ancora non reversibile.
In particolare, il comunicato diramato poco fa da Fitch ricorda come “la conferma del rating indica che il recente downgrade del rating sovrano dell’Italia a BBB+/negativo non ha impatto immediato sul merito di credito di Telecom Italia”. A ciò è comunque possibile leggere una ulteriore considerazione, relativa agli effetti che potrebbero avere sui conti Telecom Italia le conseguenze di un prolungamento della situazione di difficoltà dell’Italia (di qui la limitazione, nella nota, alla sola valutazione di “impatto immediato” (qui il nostro approfondimento sulle svalutazioni Telecom).
E di fatto, prosegue poi la nota diramata da Fitch, le prospettive negative sono legate “debolezza dell’economia italiana”, da cui l’azienda non può che continuare ad essere fortemente dipendente, gestendo i propri core business territoriali nello Stivale. Oltre a ciò, a pesare sono anche altri fattori endogeni, come i limitati margini di manovra – dopo il recente annuncio del taglio del dividendo – su future eventuali riduzioni del debito che si rendessero necessarie per gestire un ulteriore deterioramento del business.
Insomma, Fitch decide di non bocciare Telecom Italia, ma tiene gli investitori nella compagnia telecomunicazioni italiana sulla graticola, facendo intendere che nel futuro a medio termine il giudizio sulla società potrebbe essere rivisto al ribasso. La “speranza” è quella di poter presto assistere a un rasserenamento della situazione interna italiana, che potrebbe conferire la giusta stabilità alla realizzazione dei piani Telecom, evitando di porre il top management della società dinanzi a decisioni particolarmente difficili.