E’ una vera e propria debacle per il titolo Telecom Italia, che sprofonda su livelli che ormai non si vedevano più dal 1998. Il colosso delle tlc guidato da Franco Bernabè evidenzia una flessione del 3,09% a 0,549 euro, ma ha toccato un minimo intraday a 0,5335 euro. Si tratta del livello più basso degli ultimi 15 anni. Da inizio anno il titolo Telecom Italia (azioni ordinarie) perde più del 24% alla borsa di Milano. A favorire il tonfo di questa mattina è stata Ubs, che ha bocciato sonoramente la società telefonica.
La banca d’affari svizzera ha deciso di tagliare il giudizio da “buy” (comprare) a “sell” (vendere). Il target price delle azioni ordinarie Telecom Italia è stato abbassato a 0,45 euro da 1 euro, mentre il prezzo obiettivo delle azioni risparmio è stato portato a 0,36 euro da 0,85 euro. Il titolo risente anche della debolezza del comparto delle tlc europee, che perde più di un punto percentuale dopo che il colosso americano Verizon ha smentito di aver fatto un’offerta su Vodafone insieme ad AT&T.
Secondo gli analisti finanziari di Ubs le prospettive per la società di tlc italiana sono molto negative e la debolezza strutturale è ancora un driver, nonostante Telecom Italia riduce la perdita nel 2012. Secondo gli specialisti della banca elvetica, il colosso telefonico italiano sperimenterà una performance operativa al di sotto della media del settore delle tlc. Tra i fattori di debolezza Ubs elenca l’eccessiva esposizione al mercato domestico, un rapporto debito netto/ebitda troppo tirato (sopra 2,9 volte nel 2012), una strategia di allocazione del capitale che non corrisponde all’urgenza del processo di deleveraging, struttura di controllo complessa e strategia industriale poco chiara.
Telecom Italia ha fatto sapere qualche tempo fa di volersi concentrare sugli investimenti, a discapito della politica di remunerazione degli azionisti. La mossa di Bernabè non è piaciuta molto ai soci, che stanno svalutando continuamente la loro partecipazione. Telecom Italia dimezza dividendo 2013-2015, ma Ubs si aspetta che la società non distribuisca nessuna cedola. La banca svizzera ha tagliato le stime sul cash flow operativo 2013-2015 del 10% e il rating a “sell”.