Dietro sollecitazione della Consob, Telecom Italia ha ammesso di aver avviato contatti preliminari con il gruppo cinese Hutchinson Whampoa per valutare la possibilità di un’integrazione con 3Italia, quarto operatore delle tlc nella penisola. Già sul finire della scorsa settimana, erano circolate insistentemente rumors che volevano per Telecom Italia possibile fusione con 3Italia. Le voci su questo potenziale merger avevano fatto rimbalzare con decisione il titolo in borsa, dopo che per Telecom Italia quotazione torna ai livelli del 1998 poco sopra 0,53 euro.
La società italiana guidata da Franco Bernabè ha comunque precisato che si tratta solo di contatti preliminari e allo stato embrionale, per cui è inutile commentare ulteriormente la notizia. Ad ogni modo si sa da tempo che 3Italia ha intenzione di procedere con un’integrazione, tanto che si parla già di contatti con numerosi colossi del settore delle tlc, come ad esempio Vodafone e Wind. Telecom Italia ha intenzione di valutare attentamente questa soluzione, in quanto è una delle società più favorevoli al consolidamento del settore delle tlc in Europa.
Ora tutto è rimandato al prossimo consiglio di amministrazione in programma l’11 aprile, già previsto da tempo per fare il punto sull’andamento del business. La stessa società telefonica ha confermato in una nota che “l’argomento sarà oggetto di rappresentazione verso il consiglio di amministrazione nella riunione calendarizzata per il giorno 11 aprile”. Secondo Banca Akros, l’enterprise value di 3Italia è pari a 1,5 miliardi, il valore degli asset fiscali è di 1,5 miliardi e le sinergie sono stimate almeno per un miliardo di euro.
Secondo Deutsche Bank le sinergie di costi/ricavi si aggirano attorno a 500-700 milioni di euro, con altri 200 milioni di risparmi sugli investimenti. Gli esperti di Intermonte giudicano tutto sommato congrua la valutazione di 2 miliardi di euro di 3Italia, considerate le sinergie possibili con l’integrazione. Viene esclusa a priori la possibilità che H3G possa salire sopra il 20% del capitale di Telecom Italia, ma anche quella di un esborso cash tale da sollecitare un aumeento di capitale. Secondo gli esperti lo scenario più probabile sarebbe un mix tra carta e cash. Da parte di Telecom Italia l’interesse è soprattutto di tipo industriale, piuttosto che finanziario.