Lo spread a quota 100? Sarebbe il livello “giusto”, almeno stando a quanto ha affermato il direttore generale di Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, in un suo recente intervento. “Lo spread è ancora troppo alto” – ha infatti affermato il dg riferendosi al differenziale di rendimento tra i nostrani Btp e gli equivalenti titoli di Stato a lungo termine della Germania – “dovrebbe essere a 100”. Un livello certamente ideale ma… realmente raggiungibile?
“Siamo tutti contenti di uno spread intorno ai 300 punti – ha osservato – ma è ancora alto. Tenendo conto di quello che ha fatto il Giappone, dell’Omt (le operazioni monetarie dirette della Bce) e considerato quello che ha fatto l’Italia” – ha aggiunto Saccomanni – “lo spread dovrebbe essere a 100 e invece paghiamo ancora uno spread troppo elevato”.
Per quanto attiene il rilancio del Paese, il numero 2 di Palazzo Koch ha affermato che lo stesso “passa per uno sforzo coordinato di governo, banche e imprese”. “E’ finita l’idea di un credito alle imprese senza che queste facciano modifiche strutturali” – ha poi aggiunto il direttore generale, ricordando come le banche devono aiutare le imprese a crescere, innovare e andare all’estero e, in prospettiva, a reperire fonti di finanziamento alternative al credito bancario.
Successivamente, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco si è soffermato sulla povertà che sta coinvolgendo famiglie e imprese italiane (in merito, vedi anche il nostro approfondimento sull’enorme livello di chiusure di aziende in Italia nel primo trimestre 2013). Visco ha ricordato che “grandi progressi sono stati fatti dal 1990, quando il 43% della popolazione mondiale era in assolutà. Il primo obiettivo del Millennio di dimezzare la percentuale della popolazione mondiale che vive in assoluta povertà è stato raggiunto con cinque anni di anticipo”. Tuttavia – ha poi proseguito il governatore – nel 2010 il 21 per cento della popolazione mondiale viveva con 1,25 dollari al giorno, o meno. “Un livello di povertà inaccettabile per una fascia troppo ampia di umanità”.