L’agenzia di rating Fitch è pronta a migliorare l’outlook sul rating sovrano dell’Italia a “stabile” da “negativo”, ma solo se si formerà un governo di larghe intese in tempi brevi. Lo scorso 8 marzo Ficth taglia rating Italia su elezioni inconcludenti e caduta pil, portando il giudizio sul merito di credito del paese a BBB+ da A- con outlook negativo. Ora Fitch potrebbe migliorare quantomeno l’outlook, che chiuderebbe momentaneamente le porte a un nuovo declassamento. David Riley, responsabile per i rating sovrani di Fitch, suggerisce la formazione di una grande coalizione di governo.
Secondo l’esperto di Fitch un “governissimo” consentirebbe almeno la messa a punto della modifica della legge elettorale. Tuttavia, Riley ha sottolineato in un’intervista alla Reuters che “il livello di instabilità politica e l’assenza di un governo con un mandato preciso non può che pesare sulla fiducia delle imprese e dei consumatori in Italia”. Il guru ha dichiarato che sarebbe sufficiente una grande coalizione per fare la legge elettorale, in modo tale da fare un’altra elezione con un esito più conclusivo.
Sull’Italia l’outlook resta negativo anche per le valutazioni di Moody’s, che assegna un giudizio Baa2 sull’Italia, ovvero due gradini sopra il giudizio “spazzatura” (junk). Sul finire di marzo, però, si era paventato un nuovo downgrade a seguito della “minaccia” della stessa Moody’s che sottolineava come il debole outlook macroeconomico, la crisi politica e la fragilità dell’area euro potessero alla fine avere un impatto decisivo sul rating italiano. Intanto, Piazza Affari accelera su effetto Napolitano-bis, che ha consentito allo spread di tornare anche ai valori pre-voto.
Lo spread Btp-Bund è tornato a 280 punti base, ma secondo Jp Morgan entro il prossimo giugno il differenziale potrebbe tornare a 250 punti base. Alla base delle motivazioni della banca americana c’è l’allontanamento dell’ipotesi di nuove elezioni nel breve termine e la possibilità di formare un governo di larghe intese nel brevissimo periodo. Goldman Sachs stima un ritorno dello spread a 275 punti base, con un nuovo test del rendimento del 4% da parte del Btp decennale sul mercato secondario dei titoli di stato.