Una nuova inchiesta si sta aprendo intorno a Jp Morgan: una delle più importanti banche d’affari del mondo, e il suo chief executive officer Jamie Dimon, sono infatti terminate nel mirino di un’altra autorità federale, la Ferc. L’agenzia – pur meno nota rispetto alle “colleghe” – è l’ente che monitora i mercati energetici, e sta accusando l’istituto finanziario di aver manipolato prezzi e false dichiarazioni.
I ben informati sapranno certamente che le indagini della Ferc non sono certamente isolate. “La banca” – riportava non a caso il quotidiano Il Sole 24 Ore – “è ormai sotto inchiesta da parte di un’armata di una decina di Authority compresa la Federal Reserve, per vicende vecchie e nuove: dalle perdite sui derivati a Londra a complotti internazionali per truccare il Libor, l’indicatore di riferimento dei tassi di interesse; dal riciclaggio di denaro alla gestione delle carte di credito fino a mancati allarmi per lo scandalo del secolo, la truffa ai danni degli investitori orchestrata da Bernard Madoff”.
Insomma, i tempi sembrano essere piuttosto complessi, per Jp Morgan, e potrebbero presto divenire ancor più difficili da scongiurare, visto e considerato che le autorità sospetterebbero di “schemi di manipolazione” capaci di trasformare “centrali in perdita in centri di profitto” e alterare i prezzi di contratti energetici in alcuni Stati dell’Unione (vedi anche risultati 2012 di Jp Morgan).
Problemi non da poco, per il top management di Jp Morgan, che oltre agli ostacoli di natura finanziaria sta cercando di arginare un altro problema – quello reputazionale – che oggi rischia di avere delle ripercussioni sul lungo termine.
A conferma di ciò, anche il risultato dei recenti stress test compiuti dalla Federal Reserve, che ha promosso – ma solo con riserva – Jp Morgan, ponendo in chiaro la scarsa fiducia che viene riposta nel top management. Le autorità starebbero inoltre bloccando i nuovi progetti della banca, in attesa di veder più chiaro sul futuro della banca.