I bond pubblici dell’eurozona, sia quelli “core” sia “periferici”, continuano ad essere molto gettonati sui mercati obbligazionari. Dopo il meeting di giovedì scorso della Bce, che ha deciso di abbassare il costo del denaro allo 0,5%, i titoli di stato area euro in “bull market” hanno sperimentato una nuova accelerazione che ha portato i rendimenti di alcuni bond con scadenza decennale ai minimi di sempre. Il Bund tedesco ha visto i tassi scendere all’1,17% (record assoluto), mentre secondo Deutsche Bank i tassi olandesi sono scesi sui livelli più bassi degli ultimi 500 anni.
Record anche per il decennale francese, con lo spread Oat-Bund sceso sotto 50. Gli acquisti stanno coinvolgendo a un ritmo ancora più alto anche i bond governativi della periferia europea. I titoli di stato italiani sono tra i più acquistati, tanto che venerdì lo spread Btp-Bund ha sfiorato quota 250. Il rendimento del Btp a 10 anni è sceso ai minimi da gennaio 2006, toccando nel corso dell’ultima seduta un valore pari al 3,67%.
I bond italiani sono su livelli record soprattutto sulle scadenze più brevi. In asta sul finire di aprile i Bot semestrali hanno sperimentato una discesa dei tassi intorno allo 0,5%, un livello mai visto nella storia dei Buoni del Tesoro. Il rendimento Btp a 2 anni scende sotto l’1% ai minimi storici: venerdì è stato toccato un tasso dello 0,93%. Il tasso Btp a 5 anni è sceso al 2,42%. Ma cos’è che spinge al rialzo le quotazioni dei Btp?
E’ l’abbondanza di liquidità presente nel sistema e il forte appetito per il rischio (Wall Street sta già segnando record su record da qualche settimana). Dal 2007 ad oggi le banche centrali di tutto il mondo hanno aumentato la quantità di moneta in circolazione di ben 22mila miliardi di dollari. Secondo Pimco nel 2013 Fed e BoJ immetteranno da sole duemila miliardi di dollari in più. Questa ondata di liquidità finisce in po’ dappertutto: azioni, bond sicuri, bond rischiosi e così via. Non c’è da stupirsi, quindi, che mentre c’è un’Italia che soffre il buio della crisi, dall’altra ce n’è un’altra quasi in estasi.