Il primo trimestre dell’anno si è chiuso con risultati non particolarmente brillanti per il gruppo petrolifero Saras, controllato dalla famiglia Moratti. Lo fa notare anche Ubs, che si aspettava un utile netto e un ebitda più alto. La banca d’affari elvetica, che ha confermato il giudizio “neutral” e il target price a 0,95 euro, si aspetta ancora risultati deludenti dal fronte della raffinazione e l’impossibilità di rivedere margini brillanti come accaduto lo scorso anno. La stime sull’eps 2013 è ora negativa per un centesimo e due centesimi per il prossimo anno.
Gli specialisti della banca d’affari svizzera si aspettano che l’accordo con la russa Rosneft possa essere finalizzato entro il prossimo giugno. In effetti ormai non si parla d’altro in casa Saras, dopo l’annuncio dell’opa parziale che dovrebbe creare sinergie industriali importanti e consentire ai russi una posizione di rilievo nell’azionariato. Il management di Saras ha già fatto sapere che le discussione con Rosneft sono “in una fase molto avanzata”.
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L’accordo con i russi potrebbe favorire strategie più aggressive, in particolare sul mercato italiano si potrebbe puntare al business retail di Shell. Gli esperti di Ubs ritengono che una mossa del genere sia concenttualmente valida e permetterebbe a Saras di essere meno dipendente dal business della raffinanzione. Inoltre, offrirebbe un acquirente locale affidabile per la sua produzione. Secondo gli analisti di Nomura, l’accordo con Rosneft consentirà al titolo di migliorare la sua performance borsistica. Negli ultimi tempi le azioni Saras sono salite saldamente sopra la soglia di 1 euro, ma secondo il broker nipponico il prezzo è ancora troppo basso rispetto al costo dell’operazione con Rosneft (1,37 euro).
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Inoltre, Saras appare sottovalutato in borsa considerando la qualità dell’attivo e i multipli del cash flow, pari a 4 volte il rapporto Ev/Dacf stimato per quest’anno. Nomura ha confermato il giudizio “neutral” e il target price a 1,2 euro. Dopo la pubblicazione della trimestrale, Equita Sim ha invece ridotto il target a 1,25 euro da 1,29 euro in quanto sono state ridotte le stime sull’ebitda 2013 del 25% a 240 milioni di euro. Il broker milanese ritiene che l’affaire Rosneft consetirà al titolo di mantenere un appeal speculativo in borsa.