A un anno dalla quotazione di Facebook in borsa, il bilancio per il social network non è affatto entusiasmante. Quella che era stata indicata come l’Ipo del secolo, la più attesa da investitori e analisti finanziari di tutto il mondo è stata finora un vero e proprio flop. Il titolo ha perso quasi un terzo del suo valore di borsa: collocato a 38 dollari, oggi ne vale solo 26 (la chiusura di venerdì indicava un prezzo di 26,25 dollari). A inizio settembre 2012 il titolo toccava il record negativo di 17,55 dollari.
I segnali negativi per l’esperienza di Facebook in borsa erano arrivati già nel giorno della quotazione, che aveva visto il social network partire con una capitalizzazione monstre di 100 miliardi di dollari. L’avvio delle contrattazioni era iniziato con qualche ora di ritardo a causa di un guasto nei sistemi tecnologici del Nasdaq, la piattaforma di borsa scelta perla quotazione. La paralisi provocò gravi perdite a banche e broker.
► FACEBOOK DEBUTTA AL NASDAQ A 38 DOLLARI
Su quei fatti di un anno fa la SEC sta per chiudere il dossier solo ora, annunnciando una multa record per i ritardi nel listing: 100 milioni di dollari per la mancata supervisione. Le polemiche si trascinano ormai da mesi e i grandi investitori si sono sentiti quasi “truffati” dalla scarsa trasparenza avvenuta nel corso del collocamento e subito dopo, denunciando lomissione di informazioni rilevanti riguardo alle prospettive della società di Menlo Park. A suscitare ulteriori perplessità è stato anche il business model, imperniato sulla pubblicità e sulla leadership del suo co-fondatore e amministratore delegato Marck Zuckerberg.
► TWITTER VALE 12 MILIARDI DOPO OFFERTA BLACKROCK
Il rapporto prezzo/utili per azione è a 572, mentre quello di Apple è intorno a 10 e quello di Google poco sotto i 30. Intanto, la società sta provando a cambiare marcia e a spostare il focus dagli utenti alle entrate. Forte di oltre un miliardo di utenti in tutto il mondo, la società sta cercando di convertire l’utenza in revenue. Oltre alla pubblicità, che fino all’Ipo valeva l’85% del fatturato, sono state aggiunte anche altre voci di entrata, come un servizio di e-commerce e un altro di chat a pagamento. Il primo trimestre ha evidenziato un miglioramento: il giro d’affari è aumentato del 36% a 1,46 miliardi di euro. Dopo Facebook ora Wall Street aattende un’altra super-Ipo: Twitter. Forse nel 2014.