La discesa dello spread a 250 punti e il clima di euforia sui mercati azionari globali sta favorendo il settore bancario italiano, che sta provando a rialzare la testa nonostante la difficile congiuntura e la bassa redditività. Le due big del credito in Italia, ovvero Unicredit e Intesa Sanpaolo, sono finite nel mirino degli analisti finanziari di Mediobanca Securities, che hanno passato ai raggi X la capacità di generare reddito delle due banche. Complessivamente il broker preferisce Unicredit a Intesa Sanpaolo, ma sono stati aumentati i target price su entrambi i titoli.
Le azioni Unicredit hanno visto il prezzo obiettivo salire a 5,1 euro da 5 euro. Il giudizio assegnato da Mediobanca Securities resta “outperform”, ovvero farà meglio del mercato. Secondo il broker, le azioni della banca di Piazza Cordusio restano sottovalutate in borsa di almeno un 15-20%. Il massimo dell’anno è stato toccato il 30 gennaio a 4,88 euro. Aumenta il target price di Intesa Sanpaolo a 1,2 euro da 1,1 euro.
► UNICREDIT: PRIMA TRIMESTRALE 2013 SUPERIORE ALLE ATTESE
La raccomandazione sul titolo di Ca’ de Sass, però, resta “neutral”. Mediobanca Securities ritiene che al momento le azioni Intesa Sanpaolo siano valutate correttamente dal mercato. Il report di MB Securities, dal titolo “Raggi X sulla redditività: Unicredit contro Intesa Sanpaolo”, considera 7 variabili-chiave: hedging sui depositi, carry trade, mark-to-market delle partecipazioni, potenziale del taglio di costi, stima sul ciclo del credito, riallocazione geografica del capitale, ristrutturazione della divisione corporate & investment banking. MB Securities sottolinea che Intesa Sanpaolo è molto più dipendente dal carry trade rispetto a Unicredit. Inoltre, quest’ultima ha maggiori margini per intervenire sui costi.
► INTESA SANPAOLO: UTILE PRIMO TRIMESTRE 2013 BATTE LE STIME
Da inizio anno le azioni Unicredit guadagnano il 16%, mentre le azioni Intesa Sanpaolo il 13%. MB Securities sottolinea che le posizioni patrimoniali e la liquidità di entrambi gli istituti di credito sono simili, ma Intesa Sanpaolo ha una maggior componente di ricavi non sostenibili e minori attese su rialzi significativi dei tassi pesano più sul gruppo bancario torinese.