Nuovi record storici per Wall Street, che beneficia delle parole del presidente della Fed di New York. Infatti, William Dudley ha allontanato l’ipotesi di riduzione del piano di quantitative easing, ovvero l’immissione di liquidità nel sistema al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese che fino a questo momento è stato il driver fondamentale per l’ascesa dei mercati finanziari. L’indice azionario Dow Jones ha chiuso con un rialzo dello 0,34% a 15.387,58 punti, toccando un nuovo massimo storico a 15.434,50 punti. Da inizio anno l’indice ha già guadagnato più del 17%.
L’indice S&P500 ha realizzato una performance dello 0,17%, chiudendo la seduta di borsa a 1.669,16 punti. L’indice ha toccato un nuovo massimo assoluto a 1.674,93 punti. Da inizio anno l’indice S&P500 guadagna il 17%. Chiusura positiva anche per l’indice Nasdaq Composite, che chiude la seduta con un progresso dello 0,16% a 3.502,12 punti. Il listino dei titoli hi-tech è ai massimi da novembre 2000.
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In Europa nuovi massimi storici anche per l’indice Dax30 di Francoforte, che sale dello 0,19% a 8.472,2 punti. Da inizio anno l’indice azionario tedesco guadagna l’11,3%. A spingere al rialzo le borse americane ed europee è stato, dunque, il numero uno della Fed di New York, secondo il quale l’outlook macroeconomico negli Stati Uniti è ancora incerto per cui è difficile stabilire se è arrivato il momento di aumentare o ridurre il piano di stimoli monetari. Ora la parola passa a Ben Bernanke, governatore della Federal Reserve, che oggi pomeriggio alle ore 16 terrà un’audizione al Senato Usa sullo scenario economico.
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Gli investitori si aspettano qualche indicazione in più sulle strategie della Fed sul programma di quantitative easing. Ci sarà una exit strategy parziale nei prossimi mesi? Secondo quanto dichiarato ieri da Dudley, la Fed deve essere pronta a modificare il piano di acquisto di bond ma solo quando le condizioni economiche lo permetteranno. Il membro votante del Fomc ha sottolineato che serve ancora una maggiore stabilità nel mercato del lavoro.