Qualche giorno fa il direttore generale della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), Jaime Caruana, ha spiegato in un meeting a Londra che le politiche ultra-espansive delle banche centrali generano spesso rischi per la stabilità dei mercati finanziari. Caruana ha ricordato che “lo stimolo monetario può riversarsi sulle quotazione finanziarie (asset prices) e sull’indebitamento delle imprese (leverage) prima di influenzare i prezzi di beni e servizi”. Una situazione di questo tipo può creare squilibri finanziari pericolosi. Un altro rischio arriva poi dalla globalizzazione dei mercati finanziari.
Infatti, quello che viene deciso negli Stati Uniti può avere effetti in altre zone del mondo. Forse in misura minore a Tokyo o a Francoforte, ma senza dubbio può avere ripercussioni sulla Cina, il Brasile e altri mercati emergenti. Secondo il direttore generale della BRI, “in un mondo altamente globalizzato, tenere in ordine la propria casa sicuramente non basta”. L’effetto-globalizzazione porta anche i mercati finanziari a non riflettere appieno l’andamento dell’economia reale e in certi casi vanno addirittura nella direzione diametralmente opposta. Insomma, eccome se i mercati finanziari e l’economia reale fossero due mondi separati.
► GERMANIA PORTO SICURO PER GLI INVESTIMENTI
La fase attuale mostra proprio questa paradossale situazione, in cui a gonfiare o sgonfiare i prezzi degli asset sono le politiche monetarie delle banche centrali. Questo è senza dubbio un rischio per la stabilità dei mercati nel medio-lungo termine. I banchieri centrali lo sanno e in un certo senso provano anche a calcolare i rischi nei limiti del possibile. I prezzi degli asset riflettono quindi le aspettative degli investitori, non necessariamente giuste, sulle strategie di politica monetaria e fiscale di governi e banche centrali.
► RISCHIO BOLLA SPECULATIVA SUI TITOLI DI STATO
E’ per questo che il driver attuale del mercato sembra sia diventato esclusivamente la possibile decisione della Fed di diminuire il piano di quantitative easing. La politica monetaria di Fed, Bank of Japan e Bce è ciò che guardano oggi gli investitori. Prima o poi le banche centrali dovranno ritirare tutto o buona parte dei loro programmi di allentamento monetario. A quel punto gli investitori potrebbero tirare i remi in barca e lasciare i mercati in balia delle turbolenze e degli aggiustamenti dei prezzi degli asset, ormai su livelli record in quasi tutte le principali piazze finanziarie. Il rischio di bolle finanziarie potrebbe davvvero riemergere dalle ceneri del crack Lehman Brothers e mettere in scacco i mercati.