Brutte notizie per Fiat. L’istituto di credito elvetico Ubs ha infatti ridotto il rating del titolo da buy a neutral, mantenendo comunque positive le stime sul target price, che sale da 5,5 a 6 euro. Per gli osservatori della banca svizzera, il downgrade sarebbe figlio del recente rally delle quotazioni delle azioni in Borsa (straordinaria è infatti la performance di maggio), che starebbe a significare l’attribuzione di un equity value positivo al gruppo da parte dle mercato.
Alla luce di quanto sopra, Ubs sostiene che in tale complessa fase a mancare sarebbe la visibilità su quanto e in quali termini verrà chiesto agli azionisti di contribuire per creare una struttura di capitale sostenibile (vedi anche le performance di Fiat a maggio 2013).
“Per gli analisti” – citava in merito il quotidiano Milano Finanza – “Fiat ha a disposizione varie opzioni per creare una struttura di capitale sostenibile e al contempo minimizzare l’effetto diluitivo. Considerando che Ford e General Motor da metà aprile sono saliti in borsa del 20% circa, ora gli analisti di Ubs stimano che il costo per acquisire le quote di minoranza di Chrysler in mano a Veba sia salito di circa un miliardo di dollari a 4,5 miliardi di dollari, ma così è stato anche per il valore di Fiat, più che compensando, quindi, il rischio di diluizione” (vedi anche il report delle vendite Fiat – Chrysler in crescita negli Usa).
Quel che sembra certo e consolidato è che Fiat dovrà rafforzare la propria base di capitale. “La casa torinese continua ad avere un’ampia gamma di soluzioni con l’azione che attualmente sconta quello che noi consideriamo lo scenario più diluitivo di un aumento di capitale a sconto del 30% per finanziare il raggiungimento del 100% di Chrysler” – spiegano ancora dalla banca svizzera.
Gli analisti sottolineano infine che le previsioni sugli utili, pur difficili, si stanno stabilizzando.