Le borse mondiali stanno recuperando quasi tutte le perdite accumulate nelle settimane precedenti, che avevano visto l’inizio di una brusca correzione sia delle azioni sia dei bond. La motivazione principale di questo sell-off improvviso è stata ricondotta alle dichiarazioni del numero uno della FED, Ben Bernanke, che lo scorso 19 giugno ha tracciato la road map della exit strategy dall’attuale politica monetaria ultra-espansiva. Bernanke non ha escluso la riduzione del piano di quantitative easing entro fine 2013 e addirittura l’azzeramento degli stimoli monetari entro metà del 2014.
Secondo molti analisti finanziari il crollo di azioni e bond dopo le parole di Bernanke è stato eccessivo. Jim Leaviss, a capo degli investimenti a reddito fisso di M&G Investments e gestore del fondo Global Growth, Bernanke potrebbe essere stato frainteso dal mercato. L’esperto ritiene che, considerando gli attuali tassi di crescita economica negli Usa e il livello dell’occupazione, la riduzione degli acquisti di bond non avverrà prima del 2014.
► INVESTIRE IN BORSA SARA’ ANCORA CONVENIENTE NEI PROSSIMI ANNI
Il guru di M&G fa notare che il pil del primo trimestre è stato da poco rivisto al ribasso, evidenziando ancor di più il ritmo moderato di crescita della locomotiva economica a stelle e strisce. L’esperto ritiene che in ogni caso i tassi di interesse Usa non cresceranno prima della fine del 2014. Inoltre, viene fatto notare che il livello della disoccupazione al 6,5%, indicato da Bernanke per ritirare il piano di stimoli monetari, rappresenta solo una soglia di riferimento e non un obiettivo. Se la disoccupazione dovesse realmente scendere al 6,5% e l’inflazione restare nettamente sotto il 2%, i tassi potrebbero ancora di più tardare a salire.
Tra l’altro Leaviss ricorda che nei prossimi tre anni gli Usa dovranno rifinanziare il 50% del proprio debito pubblico e di certo non hanno interesse a farlo a tassi più onerosi. Inoltre, il paese deve ancora fare i conti con diverse questioni irrisolte relative al consolidamento fiscale. Insomma, secondo l’esperto di M&G il drenaggio della liquidità sarà molto più lento di quanto si possa immaginare. Sul mercato dei bond il gestore consiglia un riposizionamento tattico sulle emissioni high-yield e su bond europei con rating B. Alla larga invece dai bond dei paesi emergenti, che soffriranno un progressivo deterioramento dei fondamentali.