Il trend dei fondi comuni di investimento ha fatto sempre registrare buoni risultati, a dispetto dell’inflazione, e specialmente sui lunghi periodi. CorriereEconomia ha delineato l’andamento dei cinque fondi dal settembre 1984 al 31 marzo scorso, mettendo a confronto le loro performance con quelle di Btp e azioni italiane con l’inflazione e i risultati provano che il rendimento ottenuto (667,7% per la media dei cinque, pari al 7,12% annuo composto) si può confrontare con i rendimenti cumulati da Btp e azioni rispetto al costo della vita (3,44%).
> Come investire in un contesto di deflazione
I fondi comuni di investimento, sono istituti di intermediazione finanziaria che investono i capitali raccolti dai risparmiatori, per realizzare valore, attraverso la gestione di una serie di asset, per i gestori del fondo e per i risparmiatori che hanno investito. I fondi comuni di investimento sono contrassegnati dai partecipanti del fondo, che sono i risparmiatori che investono nelle attività del fondo acquistandone quote mediante i propri capitali; la società di gestione, che gestisce l’attività del fondo che ha la funzione di avviare il fondo stesso, di stabilirne il regolamento e di gestirne il portafoglio; e le banche depositarie che conservano le disponibilità liquide e controllano la legittimità delle attività del fondo sulla base di quanto prescritto dalle norme della Banca d’Italia.
Dal paragone condotto fra rendimenti garantiti da fondi e Btp sono stati ‘sconfitti’ i fondi, ma specialmente, sempre come spiega CorrierEconomia, per motivi fiscali, valutando che scontano una tassazione superiore rispetto a quella dei Btp. Ma è stata provata anche la convenienza di questi fondi a 30 perchè hanno sicuramente accumulato ottimi rendimenti, sebbene i costi annui elevati.