Fannie Mae l’agenzia per i mutui americani protagonista con la sua “sorella”di uno dei più grandi salvataggi statali mai messi in opera dall’amministrazione americana, ha registrato nel terzo trimestre perdite per 22.600 milioni di dollari. Risultati non certo entusiasmanti ma facilmente prevedibili, era, infatti, quasi certo che i conti delle due agenzie di mutui americani non sarebbero potuto essere molto migliori. Ripercorrendo la storia dei due colossi del credito Usa si scoprono alcune particolarità, forse immaginate o supposte da qualcuno che forse dovrebbero far storcere il naso a quanti comunque dovranno caricarsi sulle spalle il fardello del salvataggio (i contribuenti americani e non solo purtroppo). Fannie Mae fu creata nel 1938 dopo il decennio della Grande Depressione: figlia del New Deal di Franklin Roosevelt, è la prima banca di natura semipubblica che ha per unico scopo l’erogazione di mutui-casa a “prezzi politici” controllati dal governo. Il suo successo nel diffondere tra la middle class americana la proprietà delle abitazioni è stato considerato il fondamento del “sogno americano”. Insieme con Freddie Mac, la sua istituzione gemella, queste due maxi-banche di credito fondiario hanno accresciuto il loro valore e la loro importanza nel sistema economico americano sorretto in gran misura negli ultimi due decenni da un grande boom edilizio.
Tutto questo però a scapito di regole e controlli che avrebbero e dovuto impedire una escalation che ha dato il la alla peggiore crisi finanziaria del secolo. Un noto ex consulente legale della Casa Bianca Peter Wallison, avvocato e tra i massimi esperti americani di mutui, aveva predetto in tempi non sospetti che le due agenzie stavano creando una bolla gigantesca. Tutta questa possiamo dire oggi follia ebbe inizio nel 1999, quando appunto Fannie Mae diede avvio ad un progetto pilota che comprendeva 24 istituti bancari in 15 mercati differenti a cui venne dato via libera ad allargare il loro range di concessione del credito per i mutui. Questo progetto pilota che durò fino alla primavera del 2000 evidentemente riscosse un buon successo e fu deciso di dare via al piano a livello nazionale generando sempre più libertà per le banche di concedere mutui certi che tanto Fannie Mae e Freddie Mac avrebbero garantito, sotto la spinta della amministrazione Clinton, la cui presidenza questa crisi ha mostrato in tutte le sue gravi lacune e magagne, rendendola molto meno illuminata di quanto si voglia a torto far credere, che voleva appunto che le due agenzie garantissero più mutui, per arrivare fino alla concessione di un mutuo a persone che non davano assolutamente nessuna garanzia di solvenza alzando di molto il tasso di interesse successivo al primo e generando i tanto famigerati subprime.
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