Durante la giornata di oggi saranno resi noti i dati riguardanti l’inflazione nell’Eurozona e nella Unione europea. Dati relativi al mese di novembre.
Inoltre saranno pubblicati i dati relativi al tasso di disoccupazione in ottobre. Stando ad un sondaggio realizzato dagli economisti di Bloomberg, l’indice dei prezzi al consumo osserverebbe per questo mese un decremento a +0,3% su base annua dal +0,4% del mese precedente.
Si tratterebbe del tasso di inflazione più basso dell’ultimo lustro e per quanto il calo sarebbe limitato, esso potrebbe costringere il governatore della BCE, Mario Draghi, a chiedere al board di dicembre un mandato per l’avvio di nuovi input monetari.
Proprio sulla scommessa che l’istituto inizierà presto ad acquistare titoli di stato, i rendimenti dei Bonos spagnoli a 10 anni sono calati in mattinata sotto il 2%, registrando il nuovo minimo storico all’1,97%. Lo stesso si può dire per i BTp che hanno scadenza al 2024, i quali rendono adesso appena il 2,17%, nuovo record minimo.
Nel contempo lo spread BTp-Bund è scivolato a 140 punti base, +20 bp rispetto a quello della Spagna.
Tuttavia non si può dare per scontatoo il “quantitative easing” in salsa BCE. La Germania conduce a vele spiegate il fronte dei contrari e sarebbero molti i governatori non favorevoli all’acquisto di bond sovrani, in quanto ciò minerebbe il divieto di monetizzazione dei debiti imposto dallo statuto dell’Eurotower.
Ma il rischio politico di un’implosione dell’Eurozona, avvantaggiato durante gli ultimi mesi dall’indebolimento della ripresa nell’unione monetaria e dalla perdurante recessione dell’Italia – terza economia dell’area – potrebbe portare Draghi a forzare la mano e ad accettare l’ipotesi di uno scontro con la Bundesbank, usufruendo del sostegno esplicito del Fondo Monetario Internazionale.