Supera di gran lunga le attese e mette a ‘verbale’ un’intensa crescita l’economia statunitense. Il dato del prodotto interno lordo nel terzo trimestre è stato infatti rivisto al rialzo dal Dipartimento del Commercio USA.
La crescita su base annua si attesta al 5%, a seguito del +3,9% evidenziato durante la seconda lettura. Siamo dunque davanti a quello che è l’aumento più alto durante gli ultimi undici anni. Il prodotto interno lordo statunitense è stato portato così in alto dai consumi, i quali rappresentano i due terzi del pil del nuovo Continente, e sono cresciuti del 3,2%. Molto bene gli investimenti privati, che fanno registrare un incremento dell’8,9% e le esportazioni, salite del 4,9%. Le scorte sono cresciute da 79 a 82 miliardi di dollari, un fatto che lascia intravedere un possibile rallentamento dell’attività produttiva nei prossimi trimestri.
La Casa Bianca, naturalmente, ha accolto con enorme soddisfazione la notizia di ieri riguardante la crescita del Pil, e il presidente Barack Obama ha descritto il 2014 come l’anno della svolta. Ed ora? Cosa succederà?
La Federal Reserve avrà minori margini per supportare l’esigenza di una politica monetaria così accomodante, con i tassi ridotti al minimo. La crescita robusta, la disoccupazione attestatasi al 5,8% sono elementi che lasciano presagire che i tassi USA verranno alzati al più presto. E se è vero che nell’ultimo comunicato della settimana scorsa, l’istituto si è dichiarato “paziente” con riguardo alla svolta monetaria, è anche vero che la bilancia propenda ora decisamente verso la fine dell’era dei tassi zero. Così, la Fed si prepara a rialzare i tassi Usa in aprile 2015. Ma sarà veramente così?
Gli esperti sottolineano:
Dalla sua, la Fed ha ancora la bassa inflazione, inchiodata all’1,4%, al di sotto del target del 2% annuo da ben 30 mesi. In più, il calo delle quotazioni del greggio potrebbe ridurre ulteriormente la crescita dei prezzi, ma la banca centrale USA ha già spiegato che ciò sarebbe un fenomeno temporaneo. L’ultima volta che la Fed ha utilizzato il termine “paziente” è stato nel marzo del 2004, guarda caso proprio dopo che l’economia americana aveva mostrato una crescita così roboante sul finire dell’anno precedente. Anche a fine gennaio di quell’anno era stato introdotto quel termine nel comunicato e il primo rialzo dei tassi avvenne a giugno, ossia dopo tre board dal suo primo utilizzo. Se dovesse ripercorrere le stesse tappe di 10 anni e mezzo fa, l’istituto inserirà la parola “paziente” anche nel comunicato di fine gennaio, la eliminerà in quello di metà marzo e alzerà i tassi al board di fine aprile.