Quella che sta attraversando il Paese è una crisi che non accenna a fermarsi.
Il rublo prova a recuperare posizioni e mette a segno un leggero rimbalzo. Ma la situazione in Russia rimane molto complessa.
Durante il prossimo anno, il tasso di crescita del Pil si contrarrà del 4%. Si tratta dello stop più brusco da cinque anni a questa parte. Questa è la previsione del Ministero delle Finanze, mentre i prezzi del petrolio gravitano attorno ai 60 dollari al barile.
Il Ministro delle Finanze Siluanov ha dichiarato che se i prezzi del petrolio non aumenteranno il rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo si aggraverà. Solo nel 2017, poi, con il prezzo del greggio in crescita potrebbero verificarsi gli estremi per raggiungere un equilibrio di bilancio.
La situazione è molto difficile. Lo conferma il fatto che i grandi gruppi energetici hanno l’obbligo di vendere valuta e acquistare rubli per stopparne la caduta. Il primo obiettivo è salvare la banca russa Trust Bank. Il secondo potrebbe essere salvare Vtb Vtbr, seconda banca del Paese. Il Fondo di Salute pubblica dovrebbe versare 100 miliardi di rubli entro la fine dell’anno a quest’ultima e altri 150 miliardi durante il prossimo anno. Intanto, la banca Gazprobank riceverà 70 miliardi di rubli entro il 2015.
Intanto il rublo, come accennato, recupera qualche posizione. Nella giornata di ieri ha toccato quota 54 contro il dollaro, ma è ancora lontano da quota 30-35, fatta registrare durante i primi mesi dell’anno.
Fino a quanto durerà questa tregua? E se il prezzo del greggio scendesse a 50 dollari al barile, cosa succederebbe?
Intanto da inizio 2014 l’inflazione in Russia è salita del 10,4%. Settimanalmente ha raggiunto lo 0,9%.
Altro brutto colpo per un’economia, quella Russa, che attraverserà un 2015 terribile.