Quello delle banconote false è un annoso problema, ancora oggi non risolto.
Sono i biglietti da 500 euro ad essere privilegiati da trafficanti di droga e di armi, corrotti e corruttori, o dai grandi evasori.
Perché? Grazie a quelle banconote di grosso taglio, 20.000 euro entrano in un pacchetto di sigarette, mezzo milione in una confezione di zucchero da supermercato, sei milioni in una borsa da viaggio, e dieci milioni in una scatola di mezzo di mezzo metro di altezza. Con loro si viaggia facilmente, soprattutto quando si vuole dissimulare il proprio bagaglio.
Più difficile è immaginare il motivo per il quale nelle banche italiane entrino ogni anno circa dieci miliardi di euro in pezzi da 500. Continua a succedere, anche se la legge richiede che le banche segnalino le “operazioni sospette”. E anche se nel frattempo gli sportelli hanno praticamente smesso di distribuire banconote di quelle dimensioni.
Il parere degli esperti:
Secondo i dati ufficiali, questo flusso di versamenti in grossi biglietti dalle venature viola risulta in crescita esponenziale e, tutto sommato, senza troppo clamore. Chi deposita, lo fa perché non pensa che qualcuno lo segnalerà. Dagli istituti di credito che ricevono quei pacchi in tagli da 500 non sembrano arrivare a chi combatte le mafie, la corruzione o l’evasione segnali d’allarme commisurati alle dimensioni del fenomeno. Anche dopo l’ultima stretta del governo contro la corruzione, la rete delle leggi contro il crimine economico ha tutta l’aria di avere un colossale buco da 37 miliardi di euro al proprio centro. I numeri sono crudeli e, a prima vista, incomprensibili. L’anno scorso le banche italiane hanno ricevuto dalla clientela versamenti in biglietti da 500 euro per un volume cento volte superiore a quanto hanno distribuito in pezzi di quel taglio.