Sembra che l’anno in corso sia iniziato bene per le banche. Il merito, senza dubbio, è da ascrivere all’ottimo lavoro svolto sino a questo momento dalla Bce. Ma i fattori che hanno contribuito alla ripresa del settore sono molteplici. A trarne giovamento è, ad esempio, Ubs.
Gli utili della banca svizzera sono decisamente al di sopra delle attese di mercato che stimavano un utile di 1,1 miliardi di franchi svizzeri e un utile operativo di 7,6 miliardi. Le attività di gestione patrimoniale hanno registrato un utile prima delle imposte di 1,1 miliardi di franchi svizzeri, il risultato più elevato dal 2008. Nella gestione patrimoniale (wealth management), la raccolta netta è stata pari a 14,4 miliardi di franchi, di cui 4,8 miliardi provenienti dall’unità di amministrazione patrimoniale Wealth Management Americas. L’afflusso di capitali si è attestato a 19 miliardi di franchi svizzeri.
Anche il comparto investimento ha registrato una performance superiore alle attese con un risultato ante imposte di 774 milioni di franchi svizzeri, spinto dalla volatilità dei mercati che ha sostenuto le attività in valuta estera, tassi, crediti, derivati e finanziamento internazionali. L’unità Retail & Corporate, attività con clientela svizzera, registrato un utile pre tasse di 443 milioni, il miglior risultato da cinque anni a oggi. Il global asset management – gestione per clienti istituzionali – ha conseguito un risultato ante imposte di 186 milioni, il miglior risultato trimestrale della divisione dal 2009.
“Sono molto soddisfatto dei risultati di questo solido trimestre”, ha detto l’amministratore delegato, Sergio Ermotti. Per il banchiere si tratta di “risultati molto robusti che dimostrano i benefici di una strategia con focus sulla creazione di valore nel lungo termine”. Nonostante la potenziale uscita dai fondi causata dai tassi di interesse negativi, la banca si aspetta che l’afflusso netto di capitali sia positivo anche nel secondo trimestre dell’anno.