La raffica di vendite che ha visto Azimut protagonista negli ultimi giorni in Borsa è scaturita a seguito dell’annuncio delle modifiche al patto di sindacato che hanno sdoganato dal vincolo di blocco il 11,3% del capitale del gruppo del risparmio gestito.
Questa quota sarà ora cedibile sul mercato, come hanno spiegato gli esperti e i promotori riuniti in Timone Finanziaria, che controlla il 20% del capitale del gruppo. In una nota sulla questione diffusa dagli analisti Citigroup si ricorda che “fino ad oggi la maggior parte delle azioni detenute dal patto (ossia il 19,2% del capitale) erano vincolate fino all’età del pensionamento (fissata a 65 anni) dei promotori e dipendenti“.
I soci del patto, per assicurare una ordinata dismissione sul mercato delle azioni libere possono conferire incarico a Timone Fiduciaria spa di condurre le attività di dismissione con una modalità ordinata e congiunta di vendita delle azioni, da eseguire, tenuto conto delle condizioni e dell’andamento dei mercati, a partire dal 19 maggio 2015, e sino al 31 dicembre 2015″.
Gli azionisti che decideranno di non conferire mandato a Timone Fiduciaria potranno vendere le loro azioni solo a partire dal trentesimo giorno successivo a ieri, data di modifica del Patto.
Nella giornata di ieri, dunque, Timone Fiduciaria ha collocato, in un’operazione di bookbuilding accelerato, 7.537.998 azioni ordinarie di Azimut Holding a investitori istituzionali, pari al 5,26% del capitale, ad un prezzo di 27,9 euro per azione. L’operazione è avvenuta per conto di alcuni partecipanti al Patto societario che è stato modificato lunedì 18 maggio. Fra questi vi è anche il top management.
Ad esito dell’operazione, Pietro Giuliani, presidente e ad del gruppo, è sceso dall’1,4% circa allo 0,35% del capitale dopo aver venduto 1.557.080 azioni per un valore di 43.442.532 di euro.