Ciò che si temeva è accaduto. La Grecia non ha saldato entro la scadenza il debito da 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, il quale registra così il maggior ‘mancato incasso’ della sua storia.
Il secondo programma di aiuti internazionali verso Atene è terminato senza una proroga e neppure un accordo per iniziarne un terzo, così nelle casse degli strumenti comunitari sono rimasti circa 16-18 miliardi cui l’economia ellenica non potrà attingere. Le banche della Penisola sono chiuse e i pensionati in coda presso gli sportelli aperti per ritirare quanto possibile, nonostante alcuni lamentino il mancato accredito degli assegni previdenziali vista la situazione d’emergenza di alcuni fondi. Tutti elementi che fanno montare alle stelle la pressione su Alexis Tsipras, il premier greco, perché ammorbidisca le sue posizioni in vista del referendum del 5 luglio, dando il placet a un accordo con i creditori.
Il leader greco ha trasmesso le sue contro-proposte a Bruxelles – in vista dell’Eurogruppo convocato per la serata di oggi – e dalle due pagine di missivaemerge che ci sono alcune aggiunte al programma pubblicato da Jean Claude Juncker, ma ritenute da alcuni osservatori marginali. Nonostante gli analisti abbiano visto nella sua proposta un cedimento verso l’accordo, in un discorso al suo popolo Tsipras ha continuato a sostenere il ‘no’ al referendum, cioè il rifiuto del piano dei creditori internazionali. Angela Merkel, dal canto suo, è chiara: prima il voto, poi si torna a trattare.
La sensazione degli investitori rimane tuttavia positiva, anche perché Tsipras potrebbe ‘scavarsi la fossa’ da solo con la consultazione: Milano riesce a chiudere in rialzo del 2,21%, Francoforte del 2%, Parigi dell’1,94% e Londra dell’1,24%.Wall Street segue l’ottimismo europeo, dopo che giugno è andato in archivio con una flessione del 2% circa per lo S&P500: quando i mercati Ue si apprestano a chiudere, i listini Usa sono allineati intorno al +0,65%. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi cala di una decina di punti in area 145 punti base, mentre il rendimento del decennale italiano sul mercato secondario scende sotto il 2,28%.