Sono ben 71 le operazioni di venture capital messe a segno nel 2014. Si tratta dell’8% in più in confronto all’anno precedente, per un giro d’affari di un’ottantina di milioni, da mettere a confronto con i 68 circa di un anno prima.
E’ questa la fotografia di sintesi del settore nel 2014, così come è stata scattata dal Venture capital monitor (in collaborazione con l’Aifi). Un settore dinamico anche se con dimensioni ancora ridotte rispetto al mondo più ampio del private equity, che nel primo trimestre del 2015 sta mostrando ancora elementi di vitalità.
E ora, grazie al ruolo giocato dal Fondo italiano di investimenti (promosso dalla Cassa depositi e prestiti) con un Fondo di fondi dedicato al venture capital potrebbe crescere ancora. “L’arrivo del Fondo di fondi – ha commentato Enzo Cipolletta, presidente di Aifi – con un valore di 150 milioni di euro, potrà mobilitare 450 milioni di altri investimenti. Ciò significa che da qui alla fine dell’anno nel venture capital l’Italia farà il salto di qualità e di quantità”. Per quanto riguarda l’anno appena trascorso, c’è da registrare l’interesse degli operatori stranieri (il 9%) mentre il 79% delle operazioni (56) ha riguardato le start up e il 21% le operazioni di seed (fase ancora precedente alla partenza della società) che richiedono investimenti minori (0,3 milioni l’ammontare medio delle operazioni) ma presentano anche un livello di incertezza e di rischio più alto.
Un altro passaggio da cui il settore si aspetta un flusso significativo di risorse è il decreto sul credito d’imposta per i fondi pensione che investono nell’economia reale. Una misura annunciata a suo tempo dal governo, quando fu inasprita la tassazione su questi investitori istituzionali: ebbene, a quanto pare a questo punto il decreto è in fase di registrazione alla Corte dei conti e dovrebbe liberare asset da investire nell’ordine di una decina di miliardi. E’ ovvio che restando ormai solo una parte dell’anno a disposizione, la partenza sarà ben più in sordina, ma comunque rilevante.