Durante lo scorso anno la spesa totale relativa alle prestazioni pensionistiche ha oltrepassato i 277 miliardi di euro, con un incremento dell’1,6% sul 2013: l’incidenza sul Pil è aumentata di 0,2 punti percentuali, dal 16,97% al 17,17%.
E’ questo il resoconto dell’Istat circa l’andamento della previdenza durante lo scorso anno, nel quale sono state erogate 23,2 milioni di prestazioni. L’importo medio annuo delle pensioni è di 11.943 euro, 245 euro in più rispetto al 2013 (+2,1%), e per questo la spesa complessiva è salita. Se si guarda però al reddito dei pensionati, che può derivare da una somma di prestazioni in capo a una stessa persona, si scopre che quello dei nuovi entrati nel sistema previdenziale è nettamente più basso di chi già c’era.
Un trend che richiama le recenti dichiarazioni del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e del presidente Inps, Tito Boeri, sulle difficoltà che avranno i giovani di oggi, quando dovranno andare in pensione, vista la progressiva riduzione degli assegni. Già l’anno scorso si è potuto notare che i nuovi pensionati (le persone che hanno iniziato a percepire una pensione nel 2014) sono state 541.982, mentre ammontano a 675.860 le persone che nel 2014 hanno smesso di esserne percettori. Ma soprattutto, il reddito medio dei nuovi pensionati (13.965 euro) è inferiore a quello dei cessati (15.356) e a quello dei pensionati sopravviventi (17.146), cioè coloro che anche nel 2013 percepivano almeno una pensione. Ciascun pensionato riceve in media 1,43 trattamenti pro capite.
Nel complesso, i pensionati sono 16,3 milioni, circa 134mila in meno rispetto al 2013; in media ognuno percepisce 17.040 euro all’anno (403 euro in più rispetto al 2013) tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione. Gli effetti della riforma Fornero non si vedono solo sugli assegni più sottili dei nuovi entrati nel sistema previdenziale (penalizzati dal sistema contributivo rispetto al vecchio retributivo), ma anche nel numero dei pensionati: tra il 2011 e il 2014 sono diminuiti di oltre 400.000 unità, dai 16.669.000 del 2011 e i 16.259.000 del 2014.