La Commissione Ue dà il via libera allo schema di garanzia statale selezionato dalla autorità italiane per cancellare i prestiti in sofferenza dai bilanci delle banche.
Per Bruxelles il piano non implica aiuti di Stato, in quanto esso sarà remunerato in linea con le condizioni di mercato per il rischio assunto concedendo una garanzia sui prestiti cartolarizzati in sofferenza. In questa maniera si formalizza l’accordo raggiunto dal Commissario Margrethe Vestager e dal Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan lo scorso 26 gennaio: si tratta di un passaggio tecnico, ma necessario perché il governo possa procedere al varo del decreto all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di oggi.
Il governo dovrebbe quindi affrontare i decreti sulle sofferenze, insieme alla riforma delle Bcc. Si prospetta invece un nuovo rinvio per quanto riguarda gli indennizzi agli obbligazionisti delle quattro banche salvate dal decreto di novembre (Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti): è probabile che alla fine si decida di procedere attraverso un decreto ministeriale. Sul piatto, al momento, c’è il Fondo di solidarietà da 100 milioni alimentato dal sistema del credito. Quel che manca sono i dettagli tecnici dei rimborsi, ai quali lavorano da settimane i tecnici di Tesoro, Anac, Consob e Banca d’Italia. L’intenzione emersa negli ultimi tempi è di dare la massima priorità al ristoro delle situazioni nelle quali si evidenzia un comportamento scorretto da parte dei bancari, che hanno piazzato i titoli a risparmiatori non in grado di comprendere la portata del loro investimento. Ci dovrebbe essere un limite a 100mila euro per i rimborsi, con la precedenza a quelli che hanno esposto una quota maggiore del loro patrimonio in questo tipo di operazioni.
In attesa del decreto ufficiale, il ministero dell’Economia ha anticipato alcuni dettagli dell’operazione che punta a smobilitare parte dei 200 miliardi di crediti morosi attualmente nella pancia delle banche (si scende a poco meno di 90 miliardi al netto delle coperture).