In occasione della Conferenza “Middle East and North Africa Energy” tenutasi a Londra a fine gennaio, l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi, presente in qualità di relatore insieme al Segretario Generale dell’OPEC H.E. Abdalla Salem El-Badri, ha rilasciato importanti dichiarazioni riguardo l’attuale prezzo del petrolio.
Come dichiarato durante la conferenza dallo stesso Ad, negli ultimi due anni si è assistito ad un abbassamento del prezzo del petrolio del 70% così come del gas, nella maggior parte dei casi ad esso legato. Tale situazione, però, non trova riscontro nei principi fondamentali del mercato: nello specifico, la spare capacity mondiale è attualmente al valore più basso registrato da decenni e gli investimenti upstream si sono ridotti pericolosamente. Non solo: si sta registrando la tendenza, da parte delle compagnie internazionali, di ridurre gli investimenti volti a migliorare la produttività, e la crescita della domanda registrata nel 2015 (giunta al livello più alto dal 2010) continua ad essere superata dall’offerta: senza contare la difficile situazione geopolitica attuale. Si tratta, come è facile dedurre, di una situazione non favorevole al settore energia, il quale potrebbe venirne fortemente danneggiato.
Soluzioni? Come auspica Descalzi si può iniziare a lavorare sulla mancanza di allineamento tra i prezzi di olio e gas e sulla struttura dei costi. Ciò potrebbe rappresentare un punto di partenza per la ripresa degli investimenti e la garanzia di una fornitura energetica globale diversificata.
Nel contesto attuale sia il Medio Oriente che il Nord Africa possiedono il potenziale per rivestire un ruolo centrale in ambito energetico, in quanto detengono il 36% della produzione globale di petrolio. Potendo fare leva su costi di produzione competitivi, bassi costi di esercizio, grandi riserve di olio e gas e fondi economici adeguati possono assumere una posizione strategica di grande rilevanza. Il Medio Oriente ha un enorme potenziale da sviluppare, ovvero le risorse di gas presenti nell’East Med gas hub oltre a quello che in molti credono risieda nelle profonde acque del delta del Nilo e nel Bacino di Levante.
Insieme ai prezzi bassi dell’energia caratteristici di questi Paesi, si tratta di fattori che, se sapientemente utilizzati, potrebbero portare ad un ribaltamento della situazione abbassando i livelli di investimento necessari, riducendo i costi e velocizzando lo sfruttamento delle risorse disponibili.