Nel 2015 le richieste di brevetto italiane all’European patent office (Epo) sono cresciute del 9%, a un tasso doppio rispetto alla media (+4,8%): si tratta di un segnale positivo che testimonia la ritrovata fiducia degli italiani con il maggior aumento percentuale degli ultimi dieci anni.
A trainare le crescita sono state Indesit, Fiat e Stmicroelectronics le società che hanno inoltrato più domande consentendo all’Italia di salire dall’undicesimo al decimo posto sul totale delle richieste di brevetto.
Complessivamente, le richieste europee di brevetto inviate all’Epo di Monaco l’anno scorso sono aumentate del 4,3% a 160mila, ma l’incremento è stato alimentato dalle richieste di imprese americane (+16,4%) e cinesi (+22,2%), mentre il totale delle richieste provenienti dai 38 paesi aderenti è rimasto sostanzialmente stabile: +0,7%. Stati Uniti, Germania, Giappone, Francia e Olanda rappresentano i primi 5 paesi per numero di richieste. Però le richieste di brevetto tedesche sono calate del 3,2%, mentre quelle francesi sono aumentate dell’1,6%.
Apparentemente non preoccupa molto la crescita del numero di domande provenienti da paesi extraeuropei: “L’eccezionale incremento di richieste di brevetti dimostra che l’Europa si conferma un ‘hub’ per l’innovazione globale oltre che un mercato tecnologicamente attraente”, indica il presidente Epo Benoit Battistelli. Il motivo dell’assenza di allarmi per il divario nella spinta al riconoscimento brevettuale in Europa è semplice: “Risulta ancora positivo il bilancio del numero delle richieste di brevetto avanzate dalle società europee in altri continenti, fattore che – dice Battistelli – sottolinea il potenziale innovativo del vecchio continente”.
Affermano gli esperti:
L’Epo in ogni caso riscontra molte differenze tra i vari paesi europei nell’attività di richieste di protezione delle invenzioni: la Spagna (come l’Italia), ha invertito il trend negativo crescendo del 3,8% nel 2014. Il Belgio ha messo a segno un balzo del 5,9% rispetto al 2014, il Regno Unito del 5,7%, l’Olanda del 3,3% e la Svizzera del 2,6%. Altri paesi come Francia (+1,6%), Austria (+1,4%) e Svezia (-0,9%) sono più o meno rimasti sugli stessi livelli dello scorso anno, mentre le domande dalla Germania sono calate nuovamente (-3,2%), così come per altri paesi nordici quali Finlandia (-8,3%) e Danimarca (-2,7%).