A seguiso due mesi pesanti, caratterizzati dal segno meno, torna a ricevere prezioso ossigeno la produzione industriale dell’Eurozona che anzi cresce e si attesta in maniera sorprendente ai massimi dallo scoppio della grande crisi durata sette lunghi anni.
Occorre prendere in esame i dati di Eurostat, secondo cui durante lo scorso gennaio la produzione industriale nei diciannove Paesi che condividono la valuta unica è tornata a crescere facendo segnare in media un cospicuo più 2,1% in confronto al mese precedente. In Italia l’aumento è stato pari all’1,9%. In confronto a gennaio 2015 l’incremento della produzione industriale nell’Eurozona è stato mediamente del 2,8% mentre in Italia è stata del 3,9%. Nell’Ue a 28, il dato è risultato in crescita dell’1,7% su base mensile e del 2,5% su base annua.
Parliamo, pertanto, di numeri che superano le aspettative degli analisti: quelli di Intesa Sanpaolo scrivevano nella loro nota mattutina di aspettarsi un +1,8% mensile.
Dai dati Eurostat si evince altresì il boom fatto registrare dall’Irlanda, che ha subito una drastica cura a base di austerity legata agli aiuti ricevuti dall’Ue per superare la crisi e ne è uscita con un balzo del Pil nell’ultimo anno superiore a sette punti percentuali. A gennaio, le fabbriche irlandesi hanno lavorato a pieno ritmo con un +12,7% della produzione, il risultato migliore nell’ambito Eurozona e anche in quello dell’Ue a 28. Rispetto a gennaio 2015, l’Irlanda ha così messo a segno un aumento record del 42,7%. Alle spalle dell’Irlanda si sono piazzati, secondo i dati rilevati da Eurostat a gennaio su dicembre, l’Estonia (+4,9), la Croazia (+3,2) e la Germania (+2,9). Andamento negativo invece per Malta (-5), Romania (-2,3) e Finlandia (-2,1).