Il commercio italiano scende a novembre 2016 dopo la crescita registrata ad ottobre. Il commercio in dettaglio si raffredda decisamente, perdendo lo o,6% e facendo registrare gli stessi livelli riscontrati alla fine dell’estate. E’ l’Istat a rivelarlo.
Ed a sottolineare che le vendite al dettaglio archiviano una variazione congiunturale negativa dello 0,7% che però, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ovvero il novembre 2015 fa segnare un aumento dello 0,8%. A calare, in generale, sono le vendite alimentari, le quali scendono dell’1,2% in valore e dell’1,3% in volume mentre quelle di beni non alimentari dello 0,5% in valore e dello 0,4% in volume.
Nonostante il calo generalizzato, entrando nello specifico è possibile notare come nei prodotti non legati all’alimentazione vi siano dei gruppi cresciuti decisamente come” mobili e tessili” e “prodotti farmaceutici”: entrambe le branche hanno fatto proprio un aumento del 2,2%. A scendere, dell’1,6% è il settore “cartoleria, libri, giornali e riviste” (-1,6%). Cosa indicano questi dati? Di certo, come sostiene anche Confindustria, che l’Italia tende ad avanzare lentamente e in linea con le stime eseguite, ma che la popolazione nell’incertezza totale preferisce essere una “formichina” e risparmiare il più possibile sulle spese.
Non si può non osservare infatti che il credito bancario è frenato e che le persone facciano fatica a spendere con cuore leggero. Motivazione per la quale nel novembre dello scorso anno i consumi sono stati limitati. Soprattutto per ciò che concerne i beni di consumo, sui quali i prezzi spesso salgono senza alcun freno a seconda dei periodi, portando per forza di cose la popolazione a rivedere le proprie priorità.