Sono usciti i dati sull’inflazione e sono abbastanza positivi. L’inflazione torna a crescere, finalmente, e raggiunge un +0,9%. Un risultato che fa ben sperare per la ripresa economica, anche se questo significa ancor più sofferenza per molte famiglie, in particolare perché ad aumentare sono i beni di consumo come i carburanti e le verdure ad esempio. Le famiglie pagheranno 342 euro in più all’anno per le spese correnti, ma questo è il dato più alto da tre anni a questa parte. Gli analisti speravano, contrariamente ai consumatori, in un rilancio dell’inflazione, che generalmente significa, entro il limite del 2%, un rilancio dei consumi. Il problema è però che il paese non da segnali economici e occupazionali positivi, con un ritorno della disoccupazione giovanile.
A segnare i maggiori rialzi sono nel comparto energetico, ovvero i carburanti sia per autoveicoli che per il riscaldamento domestico.
Chiaramente scontente le associazioni dei consumatori, che vedono il potere d’acquisto diminuire in un periodo di grande precarietà per le famiglie, dove ad esempio, l’ortofrutta ha visto aumenti fino al 20%, dovuti anche al grande gelo di gennaio.
La Federdistribuzione parla addirittura di un’impennata insana dell’inflazione, che determina una stagnazione preoccupante dei consumi, fermi ad un +0,1%. Un dato questo, che contrasta nettamente con la fiducia dei banchieri sulla ripresa dell’inflazione.