La pressione fiscale in Italia cala, anche se la maggior parte della popolazione non riesce a percepirlo. Secondo l’Istat, l’istituto di statistica italiano, essa ha infatti raggiunto il 42,9% dal 43,3% dello stesso periodo dello scorso anno.
Va sottolineato, la percezione del cittadino non consente allo stesso di registrare effettivamente il calo della pressione fiscale, ma i dati resi noti nella stima definitiva dell’Istat sono certi: il paese ha chiuso il 2016 con una crescita del prodotto interno lordo dello 0,9%, ovvero in assoluto appena al di sopra dei livelli registrati nel 2000. Si parla di una crescita maggiore a quella delle stime eseguite che porta in qualche modo la conferma di un agire corretto e giusto sul lungo termine da parte del Ministero delle Finanze.
Contestualmente, confermando ciò che già si prevedeva, si è alzato anche il rapporto tra il debito ed il Pil, fermatosi nel 2016 su un 132,6% in aumento dello 0,6% rispetto Al 2015. Il deficit si attesta invece al 2,4% e l’indebitamento rispetto al Pil fa segnare un peggioramento al 2,7% con uno 0,1% in più rispetto alle stime. A modificare in modo positivo le rilevazioni, guardando il dato disaggregato, sono stati la domanda nazionale di consumi ed investimenti.
Senza ombra di dubbio la strada da fare è ancora lunga, ma i dati espressi dall’Istat raccontano di un’Italia e soprattutto di una popolazione italiana che stringe i denti e si dà da fare per migliorar la propria condizione. Ma anche che ancora molto dovrà essere fatto ai “piani alti” per riuscire a far quadrare effettivamente i conti dello Stato.