Piccola nota positiva secondo i dati dell’Istat. La pressione fiscale scende ma è ancora molto alta, tanto che un dipendente pubblico costa il doppio dello stipendio netto. A Mestre, la Cgia ha calcolato che su uno stipendio netto di 1700 euro, la pressione fiscale spinge la mensilità fino a 3200 euro. Una spesa enorme per lo stato e per i privati, nonostante il taglio dell’Irap e lo sconto sull’Irpef abbiano fatto risparmiare quest’anno, circa 14 miliardi. Un fardello che continua a rendere la manodopera italiana ancora troppo cara. L’esempio si riporta anche sui dipendenti del settore privato, come ad esempio i metalmeccanici, che su 1350 euro netti, hanno un lordo di 2357 euro. Un cuneo fiscale che dunque ha un incidenza del 46,8% in media, per le aziende, e deve essere necessariamente ridotto se si vuole rendere efficiente il sistema Italia. Secondo Banca d’Italia, il 90% degli italiani che hanno usufruito dei bonus, hanno speso tutto per i consumi, risparmiando solo un 10%. Questo anche se il 50% di chi ha usufruito dei bonus, non aveva uno stipendio basso. Un significato a queste cifre può essere letto come un montesalari ancora troppo basso per i lavoratori nel nostro paese, ma anche come si possano rilanciare i consumi con una politica fiscale più leggera, che poi sarebbe integrata dalla spesa per la famiglia.