La risposta è arrivata ieri in aula direttamente dal Ministro per lo Sviluppo Economico Calenda, che su interrogazione del parlamento, ha fatto i conti di un eventuale aiuto statale per la compagnia aerea, sull’orlo dell’amministrazione straordinaria. Tra linee di credito e capitali da immettere, il salvataggio costerebbe 2 miliardi, quasi tutti a carico dei privati, ma mancano 200 milioni, che alla fine, il governo sarà probabilmente costretto a stanziare, se vuole risolvere la delicata situazione. I primi 900 milioni sarebbe immessi dai soci Cai, tra cui le banche Intesa e Unicredit, che potrebbero convertire le loro linee di credito in azioni. 300 milioni arriverebbero dalle esposizioni di Assicurazioni Generali nei confronti della compagnia, mentre ci sono in ballo anche i 50 milioni di risarcimento da parte di Aeroporti di Roma per l’incendio del 2015. La socia al 49% Etihad dovrebbe sborsare altri 900 milioni, in parte convertendo due bond, in parte con equity. E quindi mancano i 200 milioni, sempre a carico di Unicredit e Intesa, che però hanno iniziato un braccio di ferro con la Cassa Depositi e Prestiti, per un intervento velato del governo attraverso un prestito ponte, una procedura abbastanza complicata anche per le limitazioni di Bruxelles, su interventi statali.