A quanto pare la famiglia Agnelli è interessata a investire ed a farlo tramite Exor sulle PMI italiane. E questa la linea di condotta anticipata da John Elkann per ciò che riguarda la finanziaria controllata dalla famiglia Agnelli-Elkann.
Non si deve dimenticare che la stessa possiede un portafoglio di partecipazioni da 13 miliardi di dollari, tra le quali figurano Ferrari e Fca: è quindi di vitale importanza pensare che sia pronta ad investire in quote di minoranza di aziende italiane di taglia più piccola senza tra l’altro escludere dalla possibilità le start-up. Non solo: si tratta di parole provenienti da John Elkan, che di Exor è il ceo e nel corso di in un’intervista con il Financial Times. Non si può che essere d’accordo con il quotidiano quando commenta il tutto come una “scommessa a lungo termine nella creatività italiana“. Di certo è qualcosa che fa riflettere e ben sperare.
Soprattutto perché si tratta di qualcosa che cambia sostanzialmente la strategia di comportamento nel campo degli investimenti di Exor: la maggior parte dell’attenzione della finanziaria si era infatti rivolta verso le aziende di oltreoceano (basti pensare all’acquisto della Chrysler da parte della Fiat ed alla Partner Re ed all’Economist, N.d.R.). E si vuole dimenticare lo spostamento della sede legale dall’Italia all’Olanda? Detto ciò è evidente che la famiglia Agnelli-Elkann veda nell’Italia delle buone opportunità di guadagno nell’investire con singoli imprenditori e aziende famigliari, in particolare con coloro che “realizzano larga parte del fatturato all’estero” sottolinea John Elkann.
Una scelta obbligata anche per raccogliere liquidità? Molto probabile.