Il 2017 sarà un anno pieno di novità per il mercato finanziario europeo e in particolar modo per consulenti e operatori specializzati nella distribuzione. Nei prossimi mesi, infatti, gli specialisti dovranno prepararsi in vista dell’entrata in vigore della MiFID 2 (Market in Financial Instruments Directive II), la direttiva europea che da gennaio 2018 regolamenterà, rendendoli più trasparenti, i servizi di consulenza finanziaria retail.
La nuova normativa rappresenta una sfida di importanza cruciale per l’industria del risparmio gestito, che dovrà rivedere il suo approccio nel rapporto coi diversi mercati e con gli investitori. L’obiettivo della MiFID 2 è quello di rafforzare la competitività dei pacchetti finanziari, soprattutto di quelli più strutturati e complessi, aumentando la tutela nei confronti dei risparmiatori finali.
La MiFID 2 prevede alcune importanti garanzie per il risparmiatore. In particolare, una maggiore trasparenza sui costi. Il consulente dovrà fare in modo che il cliente abbia più consapevolezza sui prodotti e sui servizi che acquista.
In sintesi, ecco le novità introdotte dalla MiFID 2:
- laurea e iscrizione all’albo professionale di categoria saranno requisiti indispensabili per svolgere la professione di consulente
- il cliente avrà diritto a conoscere il grado di autonomia e indipendenza del consulente; in altre parole, dovrà sapere se il ‘venditore’ riceve o meno commissioni sul prodotto oggetto di contrattazione
- le informazioni fornite ai clienti sui prodotti finanziari complessi dovranno essere maggiori (e migliori)
- i costi di accesso ai dati di post trading per gli investitori saranno ridotti.
Più trasparenza, dunque, e meno ambiguità. Questo – nelle intenzioni del legislatore – dovrebbe aumentare la concorrenza e quindi anche la qualità e la competitività dei prodotti, traducendosi in una maggior fiducia e propensione all’acquisto da parte dei risparmiatori.
L’entrata in vigore della MiFID 2 è prevista il 3 gennaio 2018. Avrebbe dovuto essere operativa ad inizio 2017, ma la Commissione ha rinviato tutto di un anno per consentire agli addetti ai lavori del settore di adeguarsi per tempo alle novità tecniche e per capire più chiaramente come (ri)organizzare le attività.
Per non perdere terreno rispetto ai competitors e, soprattutto, per iniziare a giustificare i costi in vista delle nuove regole, molti fondi d’investimento, banche e istituti di credito hanno già iniziato a formare il personale e adeguare la qualità al servizio attuale agli standard previsti dalla MiFID 2.