La ricapitalizzazione arriva anche per il gruppo Credit Suisse: l’istituto ha infatti deciso di lanciare un aumento di capitale da 4 miliardi di franchi (circa 3,7 miliardi di euro al cambio attuale) per rafforzare il capitale. Una scelta che ha uno scopo preciso.
Essa porta automaticamente infatti all’abbandono dell’idea di quotare la sua controllata bancaria svizzera. Non si può non notate come sia la terza grande banca europea, dopo Unicredit e Deutsche Bank, a prendere questa strada ed optare per l’aumento piuttosto che intraprendere altre soluzioni. E’ stato Credit Suisse a rendere nota la propria decisione con un opportuno comunicato sottolineando come il questo modo l’indice di capitale Tier1 salirà così al 13,4%.
Il gruppo inoltre ha spiegato, sempre nella nota, di aver registrato dei ricavi nel primo trimestre in crescita del 19% a 5,5 miliardi di franchi e un utile netto di 596 milioni: un risultato senza dubbio sopra le stime degli analisti. Intervistato da Bloomberg Tv, il CEO del gruppo bancario Tidjane Thiam ha sottolineato come “un aumento di capitale è meno diluitivo di una quotazione” della controllata attiva sul mercato domestico come si era inizialmente pensato di fare. Perché si è cambiata strada? Semplice: sono state troppe le critiche presentate al progetto sia da analisti che dagli investitori i quali non ritenevano conveniente un simile approccio.
Con la ricapitalizzazione è arrivata anche la conferma, purtroppo, del taglio di 5500 posti di lavoro quest’anno, di cui 1400 solo nel primo trimestre. Contestualmente è partito un giro stretto di vite su tutte le problematiche del Gruppo, compresa la lotta all’evasione e la sistemazione di tutti gli sprechi.