Alitalia è un bene che non deve essere svenduto: è il commissario Enrico Laghi a sottolinearlo, raccontando ai media quale sia il suo piano industriale ideale. Una compagnia che spende 200 milioni di euro in meno, risanata, e che taglia comunque sul personale di terra.
L’esperto non lo nega: l’idea dell’intera squadra di commissari è quella di evitare il più possibile la vendita frammentata della compagnia e di puntare ad una “soluzione unitaria”, come ha spiegato a La Stampa, con preferenza nei confronti di un nuovo azionista europeo o extra europeo, meglio se non appartenente al mondo “low cost. Anche partner di tipo industriale potrebbero trovare via libera, nonostante inizialmente la possibilità Trenitalia fosse stata rigettata. Anche se ci tiene a sottolinearlo, al momento tutto è pura es semplice teoria.
La situazione di Alitalia, commenta Enrico laghi, è “complessa”, e per prima cosa “nel rispetto degli obblighi di legge”, sono stati messi sul tavolo tutti i contratti in atto, ed in particolare quelli più costosi. Come spiega al quotidiano torinese:
L’obiettivo di breve termine è ridurre i costi e stabilizzare i ricavi e poi incrementarli. In parallelo, dobbiamo raccogliere dal mercato tutte le sollecitazioni possibili e verificare la soluzione più appropriata per un’Alitalia se possibile unita e forte. Le manifestazioni di interesse preliminari devono arrivare entro il 5 giugno; in ogni caso abbiamo sei mesi (più tre) per scrivere il nostro piano dell’amministrazione straordinaria che sarà lo strumento con cui definiremo il prossimo futuro.
E se sembra alquanto probabile raggiungere un buon risparmio molto vicino ai 200 milioni al netto del personale, esso è uno dei lodi più importanti perché le componenti di terra sembrano avere effettivamente bisogno di una limitazione che sicuramente non sarà priva di problematiche.