Domani la Gran Bretagna si recherà al voto, e se fino ad un paio di settimane fa l’elezione dell’attuale premier conservatore May sembrava certa, i recenti attentati terroristici hanno mescolato di nuovo le carte, anche se i Tory conservano ancora un margine risicato nei sondaggi.
I mercati così si sono messi in attesa, dopo le certezze delle scorse settimane, e le negoziazioni, al di là della Manica, sembrano stagnanti. In particolare, il voto inglese potrebbe dare il punto di svolta alla politica monetaria della Banca d’Inghilterra. Gli scenari sono tre, a partire da quello che oggi appare il più improbabile, ovvero la vittoria laburista, che porterebbe volatilità sulla sterlina e un aumento dei rendimenti sui bonds statali a lungo termine, prima di un nuovo assestamento, che porterebbe, con una politica monetaria accurata, ad un nuovo rafforzamento della sterlina.
Le altre due ipotesi, più probabili, vedono la vittoria dei Conservatori, una ampia e l’altra risicata. Nel caso di un’ampia maggioranza, l’accelerazione della Brexit metterebbe la Bank of England in una posizione molto statica, con i mercati abbastanza bloccati e un probabile rialzo dei tassi d’interesse per seguire il percorso dell’uscita dall’Unione Europea.
Se la vittoria dovesse essere invece risicata, come sembra oggi, i mercati potrebbero risentire dell’instabilità politica, ed avere di conseguenza, andamenti oscillanti ed instabili.