Il governo ha approvato il decreto che da il via libera al reddito di inclusione, con il ministro Paoletti che annuncia un impegno di due miliardi l’anno. Per percepire il reddito di inclusione, i cittadini interessati dovranno rientrare entro determinati limiti patrimoniali e Isee, e dovranno dimostrare di essere alla ricerca di un lavoro.
Il Reddito d’inclusione (Rei) sostituirà il Sostegno all’inclusione attiva (Sia) e l’Assegno di disoccupazione, e i soldi necessari saranno prelevati dal Fondo per la lotta alla povertà, che ora ha risorse per soli 1,7 miliardi, fondi che andranno naturalmente aumentati. Il reddito di inclusione sarà variabile, a seconda della situazione individuale, da 190 a 485 euro. A stabilire le variazioni, naturalmente anche il numero dei componenti della famiglia, con particolare interesse ai figli minori, alle donne in stato interessante, ai figli con disabilità, e agli over 55 disoccupati.
Il governo stima in circa 660 mila le famiglie interessate, di cui 550mila hanno figli minori a carico. Oltre al reddito di inclusione, il governo destinerà fondi anche per i servizi di ricerca lavoro.
È prevista una “Carta Rei” per sostituire la Carta Acquisti che era prevista con la Sia. Avrà diritto chi ha un Isee massima di 6mila euro e un patrimonio immobiliare sotto 20mila euro.