Unicredit ha emesso obbligazioni Tier 2 per 1 miliardo di dollari andate letteralmente a ruba. Come spiega l’istituto in una nota tale titolo possiede una “struttura innovativa callable” che sembra aver catturato in maniera particolare l’attenzione.
Analizzando in dati infatti, è possibile notare come il mercato abbia risposto in maniera positiva con un orderbook sopra i 3 miliardi di dollari e ordini da 200 investitori provenienti da tutto il mondo. Qualcosa che ha portato la price guidance inizialmente fissata a ridursi fino a raggiungere uno spread finale di 365 punti base rispetto al Treasury decennale. Nello specifico i tagli minimi delle emissioni sono di 200.000 dollari e multipli di 1.000 dollari, una scadenza di 15 anni e la possibilità di una sola call opzionale dopo il decimo anno alla pari ed esclusivamente previa autorizzazione da parte dell’autorità di vigilanza. Le notes pagano su queste obbligazioni una cedola fissa pari al 5,861% all’anno per i primi 10 anni su base semestrale. Se non richiamata dall’emittente la cedola verrà rideterminata in base al tasso swap in dollari a 5 anni maggiorato di un margine pari a 370.3 punti base.
Ovviamente l’emissione di queste obbligazioni ha uno scopo: essa infatti sarà valido contributo al Total Capital Ratio di Unicredit e migliorerà l’attuale livello di Tier 2 capital, che è già superiore al requisito minimo regolamentare. Va sottolineato che i titoli possono essere venduti solo negli Stati Uniti ad investitori istituzionali qualificati. Questo significa che gli stessi dovranno essere in regime di esenzione dall’obbligo di registrazione ai sensi del Securities Act e al di fuori degli Stati Uniti ai sensi della Regulation S del Securities Act.