Le azioni Telecom resistono alle pressioni provenienti sia da parte del Governo sia da parte dell’Agcom relative alla situazione attualmente in atto a causa di Vivendi e del suo ruolo nella società. Una resistenza alle vendite che in pochi forse si aspettavano, e che lascia il titolo a Piazza Affari in lieve ribasso, poco sotto la parità a quota 0,866 euro (-0,06%): una buona performance alla fine, se si pensa al calo del 1,21% dell’indice Ftse Mib.
Il quadro Vivendi – Telecom è tutt’altro che chiaro perché, se da una parte vi sono dei giuristi di un certo calibro che su incarico di Tim hanno confermato che Vivendi non ha effettivamente il controllo della società di telecomunicazioni e che quindi non vi sono le basi per far scattare la golden power, dall’altra parte il Governo ritiene che sia suo diritto intervenire data la situazione in atto anche se la società francese non possiede ancora il controllo di fatto.
Non solo, bisogna anche tener conto dell’Agcom e del fatto che potrebbe non dare il via libera alla joint venture tra Tim e Canal+ se prima Vivendi non avrà risolto il problema rappresentato dalla sua quota in Mediaset vendendo le azioni eccedenti il 10% nella stessa. Come risolvere la situazione? Al momento Vivendi starebbe pensando di vendere la rete TIM a Open Fiber per 15 miliardi di euro abbattendo contemporaneamente il debito di Telecom Italia e raggiungendo il suo obiettivo. Il punto è che in molti non pensano che esistano né le basi né i tempi necessari per riuscire a scorporare la rete di Tim ed ottenere ciò che la società francese vuole. Gli analisti di Mediobanca non ci vanno leggeri e spiegano tra le altre cose:
Abbiamo sostenuto in passato che il quadro normativo italiano non consente a Vivendi di tenere simili partecipazioni sia in Mediaset che in Telecom Italia , a meno che non avvenga una modifica del perimetro di attività di uno dei due gruppi. Continuiamo a credere che un accordo tra Fininvest e Vivendi sarebbe una buona notizia, ma è improbabile almeno nel breve termine.