Ancora oggi, nonostante il mercato, le banche e gli istituti finanziari, cerchino di incoraggiare sempre più l’utilizzo di metodi di pagamento elettronici, riducendo l’uso del denaro contante, i prelievi di denaro dagli sportelli automatici in Italia non accennano a diminuire e, anzi, sono il metodo preferito dagli abitanti dello stivale per avere il denaro necessario ai propri acquisti.
Gli italiani, si sa, sono un popolo di santi, poeti, navigatori e risparmiatori.
L’ultima caratteristica, inserita in coda ad un detto che ci identifica da centinaia di anni, è vittima di un forte ridimensionamento che ne ha limitato di molto l’importanza tra le abitudini di un popolo che, con la ripresa economica post-bellica, aveva imparato a tutelarsi dagli imprevisti finanziari che potevano in ogni momento colpire le famiglie e mettere da parte risorse monetarie per il futuro.
La crisi economica ha intaccato pesantemente i risparmi degli italiani che, nonostante la contingente situazione negativa, cercano comunque di mettere da parte qualcosa e non si fidano del tutto dei pagamenti elettronici, nonostante questi registrino una costante crescita in un paese sempre un po’ refrattario a soluzioni di transazione monetaria che non includessero il denaro contante.
Infatti, in barba anche alle nuove norme di controllo su prelievi di denaro (1000 euro al giorno e massimo 5000 euro al mese)e le relative nuove sanzioni, l’utilizzo del bancomat come fonte per avere a disposizione denaro contante per i pagamenti è ancora molto radicato, tanto che quasi la totalità degli italiani si affida a questa soluzione facendo visita frequentemente agli sportelli automatici.
Poco o relativamente importa che il Fisco cerchi oramai di monitorare e controllare qualsiasi tipo di movimentazione, in entrata o in uscita, dei conti correnti degli italiani con il fine ultimo di ridurre sempre più l’evasione fiscale ed i pagamenti in nero di merci o prestazioni lavorative.
Le allerte non scattano solo in caso di prelievi dal proprio conto corrente che, per ammontare o frequenza, possano essere considerati “sospetti”, ma anche nel caso in cui vi sia assenza di prelievi, cosa che potrebbe portare l’Agenzia delle Entrate ad avanzare sospetti di come sia possibile “vivere” senza prelevare denaro.
Ecco che, allibiti dalle “strane” pretese del Fisco, intenzionato a non permettere di prelevare troppo, né troppo poco dal proprio conto corrente, gli italiani continuano a comportarsi nella maniera che gli è più congeniale cercando di preservare i propri risparmi continuando ad utilizzare il bancomat ed i contanti per i pagamenti di ogni giorno.
La prudenza, che spesso le potenti lobby finanziare, desiderose di controllare anche la più insignificante transazione monetaria, vogliono far passare come vetustà e scarsità di senso pratico, sembra infatti continuare ad accompagnare gli italiani, non sempre convinti da carte di credito e pagamenti digitali, visti ancora come strumenti tanto pericolosi quanto troppo facili da utilizzare anche per gli acquisti più insignificanti come il biglietto dell’autobus o un pacchetto di caramelle.
Forse gli italiani dai santi hanno imparato l’umiltà, dai poeti il non piegarsi completamente e pedissequamente a ciò che viene propinato come realtà, dai navigatori hanno imparato la gestione delle risorse e dai risparmiatori (i propri padri) la capacità di usare solo ciò che si ha, senza farsi travolgere troppo dalla frenesia di poter aver tutto senza possedere nulla.
Siamo molto diversi dai paesi anglosassoni e nordeuropei da sempre abituati a fare ricorso al credito per qualsiasi esigenza e quindi, continueremo imperterriti a prelevare contanti per avere sempre la percezione di ciò che possiamo permetterci.