Il Consiglio dei ministri delle finanze dell’Unione Europea ha dato il via libera per l’uscita della Grecia dalla procedura di deficit, nella quale era entrata ben 8 anni fa, nel 2009, per intraprendere il percorso di lacrime e sangue previsto dalla Troika per il salvataggio economico de paese. Il deficit, allora al 15%, è rientrato entro il 3%, ponendo di fatto fine alla procedura, non senza aver lasciato il paese in una condizione di grande difficoltà sociale.
Ma questa Europa non sembra essere stata pensata per ignorare i conti, nonostante questi vadano a discapito dei cittadini, e il Consiglio dichiara la sua soddisfazione sui conti pubblici ellenici, in condizioni migliori rispetto al passato, che permetteranno al paese di posizionarsi sui mercati dei debiti sovrani con tassi di interesse accettabili. Poco importa se la cura è stata drastica, e forse peggiore della malattia, se questo sarà, a detta del ministro delle finanze estone Toomas Tõniste, “ l’ultimo anno di assistenza finanziaria alla Grecia”. Il 2016 per il paese ellenico si è chiuso con un surplus dello 0,7%, e quest’anno prevede un piccolo disavanzo non significativo per il futuro, così che anche il rapporto debito/Pil dovrebbe scendere dal disastroso 179% dell’anno scorso. Gli ultimi impegni per la Grecia, saranno quelli del monitoraggio e di un avanzo primario entro il 3,5% fino al 2022.