Creval crolla va in rosso e crolla in Borsa, non riuscendo addirittura a fare prezzo all’avvio. I dati relativi al bilancio di Credito Valtellinese hanno davvero colpito il titolo in modo forte ed intenso peggiorando e non solo a livello teorico quello che per l’istituto è già un momento “nero”.
I conti dei nove mesi del Creval non lasciano spazio a dubbi: sono davvero pessimi e bisogna fare qualcosa per modificare la situazione. Il periodo gennaio-settembre 2017 si chiude con un rosso di 403 milioni di euro (sotto il peso di rettifiche per 386 milioni di euro, N.d.R.) e fa scattare il nuovo piano industriale al 2020 con un aumento di capitale fino ad un massimo di 700 milioni di euro e corposi tagli.
Quello che la banca tenterà di fare ora con la manovra “RUN2 – Restart Under New-Normality” è quello di ottenere un utile di 150 milioni al 2020 con un ritorno sul capitale tangibile (rote) dell’8,2% e un rapporto tra costi e ricavi (cost/income) in riduzione al 57,5%. Ovviamente in questo percorso sono comprese altre azioni volte a far rientrare Creval nei binari giusti, tra le quali figurano anche la cessione di Npl e asset non strategici al fine di recuperare, secondo le stime, una buona fetta della liquidità necessaria alla ripresa.
Credito Valtellinese conta infatti di ripulire il portafoglio crediti con rettifiche fino a 772,5 milioni arrivando ad una copertura delle sofferenze al 74,2% nel 2018. Verrà inoltre eseguita una riduzione dei costi operativi per circa 63 milioni entro il 2019, chiudendo almeno 88 sportelli sul territorio ed eseguendo una fusione della controllata Credito Siciliano nella capogruppo. Anche 400 dipendenti verranno riallocate con 170 circa pre-pensionate per un risparmio di 15 milioni annui.