Il Pil italiano accelera e fa registrare nuovi dati positivi rispetto allo scorso trimestre, guadagnando lo 0,2% passando ad un + 0,5% dallo 0,3%. Contestualmente però si registra un calo di quelli che sono i proventi legati al comparto dell’agricoltura.
Presentando le sue stime preliminari l’Istat condivide un quadro in miglioramento per ciò che concerne l’italia, sottolineando che si tratta della tredicesima variazione congiunturale positiva ed aggiungendo che, osservando il dato tendenziale pari ad un + 1,8% è possibile notare come risulti il dato più alto registrato dal secondo trimestre del 2011, ovvero da circa sei anni.
Numeri alla mano, il Pil risulta essere pari a 400 miliardi e 547 milioni di euro, superando un “limite” considerato quasi impossibile da superare negli ultimi anni. Buone notizie sì, ma da trattare con giudizio, perché ci si trova ancora sotto i picchi pre-crisi del +5,9% toccati nel 2008. Insomma, sono stati secondo gli analisti recuperate le perdite della seconda recessione ma c’è ancora molto da fare per recuperare ciò che si è perso con la prima. Tecnicamente parlando, confrontando il Pil italiano con quello degli altri paesi, ci si rende conto che la penisola è cresciuta al pari della Francia, più della Gran Bretagna, ma decisamente meno di ciò che hanno fatto gli Stati Uniti.
Grazie ai dati presentati dall’Istat ci si rende conto che mentre il Pil sale, i numeri relativi all’agricoltura scendono, per colpa del clima pazzo di questa estate che ha visto alternarsi siccità e nubifragi violenti. Lo ha sottolineato la Coldiretti in un comunicato:
Gli effetti si sono fatti sentire su tutte le principali produzioni del Paese, dal crollo del 23% della produzione di mele all’addio ad una bottiglia di vino su quattro anche se la qualità è risultata buona. In questa situazione di crisi si sono inserite anche manovre speculative per sottopagare i prodotti agli agricoltori con effetti sul valore aggiunto agricolo.