Problemi all’orizzonte per Carige: è infatti saltata la costituzione del Consorzio di garanzia che avrebbe dovuto sostenere l’aumento di capitale da 560 milioni della banca genovese. La terza ricapitalizzazione per l’istituto guidato dall’amministratore delegato Paolo Fiorentino.
E’ stato il gruppo stesso a dare notizia dell’accaduto, convocando nell’immediato un consiglio di amministrazione straordinario per “informare consiglieri e sindaci della situazione e valutare i prossimi passi“. I mercati, ovviamente, hanno reagito e non bene: già ieri erano stati toccati i minimi storici di 14 centesimi alla Borsa di Milano, oggi il titolo è stato sospeso in attesa di avere informazioni più dettagliate su quello che sta effettivamente succedendo. Nella nota si legge anche che l’ad “verificherà nelle prossime ore l’esistenza dei presupposti per il proseguimento del piano di risanamento della Banca e per una eventuale proroga dei termini dell’operazione di aumento di capitale“.
Purtroppo è innegabile che ormai da giorni vi era una tensione troppo forte attorno all’aumento di capitale di Carige: dopo due giorni dall’apertura formale del consiglio di amministrazione il prezzo dell’aumento di capitale ancora non era arrivato: segno di sicuri problemi. Il consorzio di garanzia sarebbe dovuto essere composto da Deutsche Bank, Credit Suisse e Barclays. Secondo le indiscrezioni, condizione sine qua non imposta per l’elargizione della liquidità era l’ingresso di Unipol: non bisogna dimenticare che quest’ultima aveva convertito bond subordinati in suo possesso in bond senior, garantendosi così la possibilità di entrare nella compagine azionaria. Il problema è che vi è stato, almeno così sembra per ora, un nulla di fatto in tal senso.
I soci storici sarebbero pronti a stringere i denti ed ad andare avanti con l’aumento di capitale: ma a quale pro se è necessario comunque l’aiuto delle altre banche?