Ieri Wall Street non era riuscita a influire in positivo le borse europee, oggi ci è riuscita invece in negativo, almeno per le aperture. A New York ieri è stata la giornata delle vendite di titoli del governo americano, per realizzare i profitti che si trovano al massimo da 4 anno a questa parte. Rendimenti al 2,7% sul decennale, e Wall Street frena, mentre Tokyo crolla del 1,43%, in scia con gli andamenti di rafforzamento dello yen. Oggi Milano apre sotto dello 0,3%, Londra dello 0,43%, Francoforte dello 0,28% e Parigi dello 0,22%.
A Milano in evidente Luxottica, con il bilancio che mostra ancora miglioramenti, e il titolo di Tim, su del 1,4% dopo le voci di un’apposita società per la rete mobile. Oggi poi è il giorno del piano industriale di Leonardo.
Per i dati macroeconomici oggi verranno resi noti i dati sul quarto trimestre per il Pil dell’Eurozona, quello francese e quello spagnolo, mentre si saprà anche dell’inflazione a gennaio per la Germania.
Intanto scende la fiducia dei consumatori e delle imprese italiani. Stasera intanto Trump farà il discorso sullo Stato dell’Unione, e sicuramente parlerà anche del dollaro debole, che il segretario del Tesoro ha lodato la settimana scorsa dando il via alle polemiche con la BCE. Sul fronte valutario lo scambio di battute sembra aver fatto bene all’euro, che scende ancora sul biglietto verde, a 1,2340 per tentare di non bloccare le esportazioni. Lo spread resta a 133 punti, il rendimento però sale al 2,02%, mentre oggi il Tesoro mette all’asta i decennali per 7 miliardi.
Ancora in discesa il petrolio, con il Wti a 64,87 dollari al barile (-1,1%) e il Brent a 68,97 dollari.