Il 2017 non è stato un anno pessimo per l’economia italiana: il Pil è cresciuto infatti dell’1,4% rispetto al 2016, così come comunica l’Istat, rendendo nota la prima stima sulla crescita del Pil basata su dati trimestrali: a marzo verrà reso noto il dato di riferimento definitivo.
Quello che sarà utilizzato per la politica economica nazionale e che secondo le previsioni del Governo dovrebbe attestarsi intorno all’1,5%. Per quanto si tratti di una prima valutazione, va detto che questo primo numero assume una certa importanza lo stesso, dato che l’economia italiana non cresceva così tanto dal 2010. Se le cifre verranno confermate fra un mese sul dossier relativo ai conti nazionali si tratterebbe della seconda crescita più alta rispetto all’1,7% dl suddetto anno.
E’ però importante allo stesso tempo non cantare vittoria perché il Pil rimane comunque ad un livello molto più basso rispetto a quelli pre-crisi e siamo ancora sotto un punto percentuale rispetto la crescita generale dell’Eurozona, pari al 2,5%. Il 2018, dal canto suo, sembra iniziare il suo percorso in crescita sebbene non spinta: la variazione acquisita del Pil è pari allo 0,5%. Da cosa dipende tutto questo? Spiega l’Istat:
E’ la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura e di un aumento nell’industria e nei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.
E’ importante continuare su questa strada, favorendo un’ulteriore crescita del prodotto interno lordo avendo cura di favorire la partecipazione della popolazione attraverso riforme che possano mettere un freno alla crescente povertà.