Pubblicati i dati dell’inflazione USA che sale al 2,1%, preannunciando il rialzo dei tassi da parte delle Fed, che però non ha spaventato i mercati, che tengono posizioni di stabilità, dopo le perdite della scorsa settimana. Nel pomeriggio Wall Street va sull’altalena, tra rossi e verdi, prima di assestarsi. Il Dow Jones va a +0,3%, il Nasdaq a +0,6% e lo S&P500 a +0,1%. Le borse europee si mantengono su posizioni stabili, con Milano a +0,28%, Londra a +0,29%, e Parigi a +1,1%. Francoforte resta al palo. Nonostante lo yen forte, il Nikkei riesce a guadagnare un forte +1,43%. A Milano occhi puntati ancora su Creval, che perde oltre il 10% e viene sospeso. Ancora in rialzo l’euro, a 1,2480 dollari, ma in mattinata aveva fatto segnare anche 1,2510 dollari. Come detto lo yen continua ad apprezzarsi. La coppia USD/JPY si quota a 106,40 yen, mentre la coppia EUR/JPY scende a 132,72 yen. Da una parte gli investitori non vogliono rischiare, dall’altra si aspetta la riduzione del Qe che rafforza l’euro. Sale lo spread italiano a 129 punti. I rendimenti a 10 anni sono al 2,06%.
Pubblicati i dati Istat slle esportazioni, a +7%, mentre negli Stati Uniti cresce la domanda per la disoccupazione. Tra le materie prime, scende il prezzo del petrolio dopo la pubblicazione dei dati favorevoli sulle riserve americane. Il Wti scende dello 0,8% a 60 dollari al barile, il Brent dell’1,3% a 63,5 dollari. Sale l’oro a 1.352 dollari l’oncia.